La perdita di una persona cara è sempre un momento doloroso. La sofferenza derivante da un lutto attraversa diverse fasi prima di alleviarsi.
All'inizio, appena lo si viene a sapere, subentra la fase di evitamento, caratterizzata da una sensazione di ottundimento e di incredulità e da atteggiamenti di negazione dell'evento ("non è possibile""; "Non può essere vero!"). Gradualmente, si fa strada la fase del confronto in cui si inizia a vivere il dolore legato alla perdita, a ricordare diversi aspetti della persona scomparsa e si comincia a modificare la propria visione del mondo, assimilando questa assenza.
L'ultima fase è quella dell'accomodamento:
ci si riadatta alla nuova condizione senza dimenticare la precedente. La perdita di un legame importante richiede infatti anche un assestamento della propria identità. Si passa dall'amare in presenza all'amare in assenza: si recupera quel legame e quell'affetto nonostante la persona non sia più presente fisicamente.
La perdita più difficile da superare - perchè innaturale - è quella di un figlio, la cui elaborazione può richiedere diversi anni. Negli altri lutti, l'elaborazione nelle sue diverse fasi dovrebbe necessitare di circa sei mesi.
Esistono però anche casi in cui la persona in lutto continua a soffrire molto anche dopo anni dalla perdita, come se fosse appena successo. In questi casi, si parla di lutto complicato,
caratterizzato da due atteggiamenti controproducenti:
- negare la perdita e/o il dolore ad essa associato;
- cercare di rimanere attaccati alla persona scomparsa, senza accettare che non ci sia più.
In caso di lutto complicato, la persona ha bisogno di aiuto psicologico per superare le fasi e arrivare all'elaborazione.
Consiglio, quindi, di rivolgersi ad uno psicoterapeuta. La tecnica EMDR
può essere uno strumento particolarmente efficace e rapido per aiutare le persone in lutto.